Marketing LGBTQ+: i Top e i Flop

Marketing LGBTQ+ : le campagne negli ultimi anni sono sempre più frequenti,  ma i risultati non sono sempre positivi. Mentre alcune campagne hanno ottenuto lodi per il loro supporto, altre sono state oggetto di critiche perché percepite come opportunistiche e superficiali. Esaminiamo alcune campagne di marketing legate alla comunità LGBTQ+ che hanno ottenuto successo, e altre che non sono riuscite a colpire nel segno.

Top: Le Migliori Campagne di Marketing LGBTQ+

1. Ikea – “Home Pride Home”

La campagna di marketing LGBTQ+ di Ikea, “ Be Someone’s Home” cambia nome e diventa “Home Pride Home”. Ikea celebra l’importanza di creare uno spazio accogliente per tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. “Home Pride Home” non è solo una campagna pubblicitaria, ma un vero e proprio movimento che coinvolge varie attività e iniziative come:

  • prodotti per la casa a tema Pride 
  • collaborazioni con artisti LGBTQ+
  • iniziative ed eventi in store
  • supporto continuativo durante tutto l’anno 
campagna marketing lgbtq+

2. Absolut Vodka – “Out and Open”


Nonostante la storia di Absolut Vodka nel sostegno alla comunità LGBTQ+ risalga agli anni ’80, è con la campagna “Absolut Out” che ha raggiunto un nuovo livello. Collaborando con gli artisti e attivisti della comunità, questa iniziativa ha festeggiato il coming out delle persone LGBTQ+. Il messaggio della campagna è: L’autenticità e la visibilità sono le vere icone di stile.

La campagna di marketing LGBTQ+ ” Out and Open” ha avuto un grande impatto, non solo dal punto di vista del marketing, ma anche come esempio di impegno sociale dell’azienda. La comunità LGBTQ+ ha accolto la notizia con grande entusiasmo, confermando Absolut come un’azienda progressista e inclusiva.

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3. Nike – “Be True”

Lanciata nel 2012, la campagna “Be True” è diventata un’icona nel mondo del marketing LGBTQ+, rappresentando l’importanza di celebrare l’autenticità e l’uguaglianza.

 Nike ha riconosciuto che lo sport dovrebbe essere un terreno di gioco equo per tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, e ha deciso di trasmettere questo messaggio attraverso la sua campagna.

Questa include: 

  • prodotti iconici rivisitati con i colori dell’arcobaleno, come scarpe da corsa, maglie e accessori sportivi
  • partnership con organizzazioni LGBTQ+ e atleti influencer
  • coinvolgimento diretto  della community LGBTQ+ , che raccontano le proprie esperienze.
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Flop: Le Peggiori Campagne di Marketing LGBTQ+

Se tanti brand hanno avuto successo con le campagne di marketing LGBTQ+ , molti altri non hanno saputo attuare delle campagne in modo corretto, generando flop e shitstorm. Vediamone alcuni:

1. H&M – “Pride Out Loud”

La campagna lanciata nel 2019, è stata oggetto di critiche e polemiche. Nonostante la collaborazione con influencer LGBTQ+, è mancato un impegno a lungo termine e un vero supporto alla comunità. Sembrava più un tentativo di approfittare del Pride Month piuttosto che un’autentica celebrazione. Le critiche sono state rivolte soprattutto a causa di:

  • commercializzazione eccessiva; la campagna sembrava indirizzata più sulle vendite che invece del sostegno alla comunità.
  • superficialità e tokenismo; H&M è stato accusato di utilizzare simboli e immagini LGBTQ+ senza avere un reale impegno verso l’inclusività e l’uguaglianza.

A seguito di critiche, la campagna è stata migliorata l’anno successivo, prendendo il nome di “Beyond the Rainbow”

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2. Burger King Austria – Tops & Bottoms Pride Whopper

La campagna di marketing LGBTQ+  di Burger King Austria, creata nel 2022, ha suscitato polemiche a causa dell’utilizzo di stereotipi sessuali e dello sfruttamento del Pride Month per puri scopi commerciali. La reazione negativa del pubblico ha messo in luce quanto sia fondamentale per le aziende dimostrare sensibilità e rispetto verso queste tematiche. 

Come conseguenza, la campagna è stata ritirata e  Burger King Austria ha ammesso la colpa, scusandosi pubblicamente per “aver lasciato spazio a un’interpretazione negativa della campagna”.

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3. Doritos – “Rainbows”

La campagna di marketing LGBTQ+ “Rainbows” di Doritos è stata oggetto di critiche, perché percepita come tentativo di Rainbow Washing . Nonostante l’intento fosse quello di sostenere la comunità LGBTQ+ attraverso la vendita di patatine colorate, il brand è stato accusato di capitalizzare sulla causa. L’iniziativa di Doritos è stata criticata in quanto la vendita di Doritos  colorate non basta per dimostrare supporto alla comunità LGBTQ+.

Come risposta, Doritos ha promesso di impegnarsi in azioni come il finanziamento di organizzazioni che lavorano per i diritti LGBTQ+ e attraverso campagne di sensibilizzazione.

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E secondo te, quali sono le campagne top e le campagne flop per eccellenza, legate al mondo LGBTQ+?

 

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